Grazie a quanti sabato 6 aprile hanno partecipato all'inaugurazione della mia personale "Fotografie", svoltasi presso la Fototeca Siracusana (dettagli dell'evento). Un ringraziamento speciale va a Salvatore Zito e Giuseppe Cicozzetti per il loro impegno e la loro professionalità.
Ricordo che la mostra sarà visitabile fino al 26 aprile, dalle ore 17:30 alle 20:00 (domenica e lunedì chiuso).
Il racconto fotografico della serata è di Luciano Cannella.
Dal comunicato stampa:
SIRACUSA. Sabato 6 aprile prossimo, alle ore 19:00 presso la galleria di Fototeca Siracusana, s'inaugurerà la personale fotografica di Daniele Cascone, artista siciliano. Daniele Cascone inizia il suo percorso artistico nel 2001. Sperimenta parecchio, mescolando le tecniche digitali con gli strumenti più tradizionali. Si interessa di fotografia, di stop-motion e di video. La sua attività lo porta a fondare diversi progetti sulle arti visive, tra cui il web magazine «Brain Twisting». Contemporaneamente, inizia a esporre sia in Italia, sia all'estero e i suoi lavori sono presenti in numerose gallerie e pubblicazioni di settore.
La mostra, semplicemente intitolata "Fotografie", è un portfolio d'artista, la perfetta esecuzione di un genere fotografico di culto che trae le sue origini dalla più bella storia della fotografia, nel suo percorso verso l'autonomia di genere, verso la conquista del meritato posto nel grande Pantheon delle Arti.
Con queste premesse non può che trattarsi di una mostra accattivante per i contenuti. Una dozzina o poco più di "inquadrature", surreali, metafisiche, simboliste, (ma che importa catalogare quando riescono a catturare lo spettatore?) in cui Cascone usa la forza persuasiva del medium fotografico con estrema maestria. Egli crea l'enigma, manipola con impegno la banale realtà costringendola a deviare verso la metafisicità dei corpi e degli oggetti, la prospettiva e la luce, assegnandone nuovi valori. Inconscio regista di un racconto di cui lo spettatore vedrà solo la scena finale: summa fotografica di un pensiero ordinatamente ricomposto (metafisico) sul palcoscenico del suo studio fotografico, enclave di sogni (surreale) in un mondo di sole banali certezze.
Giuseppe Cicozzetti, presentatore della mostra e dell'artista, infatti, ne parla in questi termini: — (Omissis) Il suo racconto non sta nei limiti della convenzione né intende rimanerci, e alla raffigurazione della realtà preferisce la strada insidiosa e misteriosa dell'onirico, dell'allusione, del simbolico, in una sola parola del surreale. La sfida è forte, specialmente dalle sue parti. Lì, al netto di numerose eccezioni, la narrazione della realtà si è così incistata sulla fotografia che appare sgomitare per divenire "linguaggio unico" e il cui rischio di omologazione visiva si estende dalla street photography alla paesaggistica fino a rendere irriconoscibile il lavoro dell'uno o dell'altro. —
Cascone è insomma un autore diverso, fuori dal coro, sensibile alle problematiche esistenziali dell'uomo che in un clima di politica mondiale incerta e fuorviante costituisce forse l'angoscia maggiore, insieme a quella per l'ambiente. Il suo messaggio è un urlo contro l'effimero, l'ansia comune a tutti gli artisti di dover cambiare qualcosa perché loro, per primi, da sempre, ne percepiscono l'inderogabile necessità.
La mostra rimarrà aperta fino al 26 aprile, l'ingresso è libero.
Due mostre collettive, in cui sarò coinvolto, che si terranno a dicembre 2018.
OSCILLAZIONE DI SENSO
Galleria QUAM, Scicli
Inaugurazione venerdì 28 dicembre 2018, ore 18.00
Dal 28 dicembre 2018 al 27 gennaio 2019
Autori in mostra: Daniele Cascone, Simone Geraci, Corrado Iozzia, Tamara Marino, Andrea Migliore, Francesco Rinzivillo, Rossana Taormina, Valerio Valino.
A cura di Antonio Sarnari e Giovanna Batolo.
AL PIÙ AMATO GIOVANNINO D'ITALIA
Sala mostre della Fondazione Gesualdo Bufalino e Atelier della Pinacoteca Comunale, Comiso
Inaugurazione 26 dicembre 2018, ore 20.00
Dal 26 dicembre 2018 al 27 gennaio 2019
Cibo e arte si incontrano alla Galleria Lo Magno, il 2 dicembre a Modica.
Dal comunicato stampa:
Modica - Il binomio tra arte e cibo è sempre più diffuso al giorno d'oggi. Se le mostre di quadri e fotografie d'arte all'interno dei ristoranti sono divenute una consuetudine, è piuttosto insolito che i piatti di uno chef siano gustati in una galleria d'arte. È questa l'idea alla base di "Chef in galleria", l'iniziativa organizzata da Lo Magno arte contemporanea di Modica. Domenica 2 dicembre alle ore 19 gli spazi espositivi di Via Risorgimento 91-93 si trasformeranno per una sera in un esclusivo ristorante. Dove gli ospiti potranno ammirare una mostra allestita con i "pezzi forti" della collezione di opere della galleria e gustare una "collezione di piatti" dello chef Accursio Craparo di Accursio Ristorante, stella Michelin nel cuore di Modica. L'iniziativa è la prima del genere nella provincia.
La serata gastronomica sarà preceduta, venerdì 30 novembre alle ore 19, dalla presentazione della collettiva d'arte. In mostra dipinti di Francesco Balsamo, Gianni Di Rosa, Franco Fratantonio, Emanuele Giuffrida, Sylvie Martens, Giovanni Viola, Giovanni Blanco, Frank Lupo, Sasha Vinci, Piero Guccione, Giovanni La Cognata, Irina Ojovan, Giuseppe Colombo, Francesco Lauretta, Andrea Cerruto, Piero Zuccaro, Giuseppe Puglisi; incisioni di Sandro Bracchitta; fotografie di Davide Bramante, Daniele Cascone, Aldo Palazzolo, Mariagrazia Galesi, Giuseppe Leone, Melissa Carnemolla, Claudio Centiméri e ceramiche di Nicolò Morales. L'esposizione potrà essere visitata dal 4 al 24 dicembre, tutti i giorni dalle ore 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
La Galleria del Cembalo riaprirà venerdì 21 settembre con una selezione di opere di Antonio Biasiucci, Christopher Broadbent, Daniele Cascone, Davide Monteleone, Paolo Pellegrin, Malick Sidibé, Paolo Ventura.
Una selezione
Ingresso libero
Venerdì 21 settembre 2018 dalle ore 18:00 alle 20:00
Galleria del Cembalo
Largo della Fontanella di Borghese 19, 00186 Roma
www.galleriadelcembalo.it
Orari di apertura
da martedì a venerdì: 15:30-19:00
sabato orario continuato 11:00-19:00
oppure su appuntamento.
Sabato 3 marzo alle ore 18.00, in occasione del finissage della mostra Eros, dal mito al contemporaneo, presso il Museo Archeologico di Gela sarà presentato il catalogo edito da Drago Edizioni grazie a Lo Magno Arte Contemporanea e al main sponsor GB Oil.
Artisti:
Philippe Berson, Barbara Cammarata, Giulio Catelli, Daniele Cascone, Gaetano Costa, Lou Dubois, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Kali Jons, Isa Kaos, Frédéric Léglise, Giacomo Rizzo, Ignazio Schifano, Marco Stefanucci, Jojo Wang, William Zanghi.
Eros, dal mito al contemporaneo
A cura di Alba Romano Pace
Consulente scientifico Angelo Mondo
Organizzazione: Lo Magno Arte Contemporanea, Modica
Catalogo: Drago Edizioni
Continua, con la seconda tappa, la mostra collettiva Eros.
Dal comunicato stampa:
Eros, nome mitologico del dio dell’amore, viene definito da Sigmund Freud come una pulsione di vita insita in ogni essere umano. Dall’antica Grecia, dove affonda le radici la cultura occidentale, all’epoca contemporanea, l’eros è riscoperto come uno dei soggetti prediletti da artisti e scrittori. La mitologia classica è interamente basata sui capricci e gli amori proibiti di uomini e dei, ugualmente l’arte antica esalta i culti della fertilità femminile e della virilità maschile, inneggiando all’amore libero, generatore di vita.
Dice la curatrice Alba Romano Pace: “La mostra vuole dare un messaggio di apertura e tolleranza facendo dialogare due realtà lontane solo nel tempo cronologico ma matrice l’una dell’altra. I reperti archeologici a sfondo erotico della collezione del museo, si relazionano con le opere d’arte contemporanei invitando lo spettatore ad entrare nel misterioso e arcaico universo dell’Eros attraverso il confronto ed il raffronto di due culture, l’antica e la contemporanea per affermare la libertà dell’arte e del pensiero artistico”.
L’esposizione è divisa in sezioni, ognuna presenta un’espressione dell’eros, una sua interpretazione secondo uno sguardo trasversale, in realtà immutato, attraverso il tempo: l’eros è amore, omosessualità, visione organica del corpo, perturbante, eros e thanatos, mitologia e antichi culti erotici.
Organizzata dal Polo museale regionale di Gela e Caltanissetta e dalla Galleria Lo Magno Arte Contemporanea di Modica con il patrocinio dell’Assessorato e del Dipartimento regionale ai Beni culturali e dell'Identità siciliana e il sostegno di sponsor privati, la mostra è curata da Alba Romano Pace con la consulenza scientifica di Angelo Mondo per la parte archeologica.
EROS DAL MITO AL CONTEMPORANEO
A cura di Alba Romano Pace
Consulente scientifico Angelo Mondo
Organizzazione: Lo Magno Arte Contemporanea, Modica
Artisti:
Philippe Berson, Barbara Cammarata, Giulio Catelli, Daniele Cascone, Gaetano Costa, Lou Dubois, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Kali Jons, Isa Kaos, Frédéric Léglise, Giacomo Rizzo, Ignazio Schifano, Marco Stefanucci, Jojo Wang, William Zanghi.
Catalogo: Drago Edizioni
Inaugurazione: 26 gennaio ore 18.00
Museo Archeologico di Gela
Dal 26 gennaio al 24 febbraio 2018
Mostra collettiva itinerante
30 giugno – 11 agosto 2017
Vernissage: venerdì 30 giugno ore 19.30
Galleria Lo Magno
Via Risorgimento, 91 / 93 – Modica (RG)
Tre le tappe siciliane (Modica, Gela, Palermo) di una collettiva che vuole mettere in luce una produzione intima e provocatoria spesso confinata nell’oscurità.
Venerdì 30 giugno 2017 alle ore 19.30 sarà inaugurata alla Galleria Lo Magno arte contemporanea di Modica la mostra itinerante “Hotel Eros”.
“Lontano dalla volgarità e dalla pornografia, l’eros – scrive la curatrice Alba Romano Pace – è eccitazione e desiderio ed innanzitutto poesia. Soggetto prediletto dagli artisti di ogni epoca e stile, l’erotismo è un tema che da sempre interroga ed ispira la fantasia e la creatività. Motore di energia e sublimazione, l’eros è anche metafora della creazione artistica”.
Tredici gli artisti, italiani e internazionali, coinvolti nel progetto: Philippe Berson, Barbara Cammarata, Daniele Cascone, Giulio Catelli, Gaetano Costa, Emanuele Giuffrida, Giovanni Iudice, Kali Jones, Isa Kaos, Frédéric Léglise, Ignazio Schifano, Marco Stefanucci, Jojo Wang.
“La mostra – continua la curatrice – vuole mettere in luce una produzione intima e provocatoria, che spesso rimane nell’oscurità quando non viene rifiutata per il suo lato scandaloso. L’esposizione è un invito ad entrare nel misterioso Hotel Eros e a sbirciare nelle camere di questo luogo di passaggio, una dimora dell’effimero dove gli artisti sono invitati a svelare e soprattutto affermare la libertà dell’arte e del pensiero artistico che, dall’antichità alla contemporaneità, si nutre ed alimenta un immaginario libero, gioioso, vivo e vero, che non deve e non può riconoscere limitazioni né tanto meno proibizioni”.
L’esposizione sarà strutturata in quattro sezioni strettamente collegate tra di loro: Eros Amore, Il Perturbante, Eros organico, Eros e Thanatos.
La mostra sarà visibile in galleria fino all’11 agosto, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 20 e il sabato dalle 9 alle 13.
Le prossime tappe, invece, verranno ospitate al Museo Archeologico di Gela (a settembre) e alla Galleria Bobez di Palermo (a novembre).
Sarò presente alla mostra dei finalisti del Premio Arte Laguna, che si inaugurerà il 25 Marzo alle ore 18.00, presso gli spazi dell'Arsenale, a Venezia.
Dal sito del Premio Arte Laguna:
Il Premio Arte Laguna espone 125 opere provenienti da tutto il mondo, finaliste dell’undicesima edizione del concorso, che raccontano lo stato attuale dell’arte contemporanea internazionale.
La mostra nasce dalla curatela di Igor Zanti con la collaborazione dei dieci giurati internazionali che hanno valutato e selezionato tutti i candidati che si sono iscritti al concorso da settembre a dicembre 2016 : Flavio Arensi, Tamara Chalabi, Paolo Colombo, Suad Garayeva, Ilaria Gianni, Emanuele Montibeller, Salvador Nadales, Fatos Ustek, Alma Zevi. La mostra si sviluppa in due prestigiosi spazi a Venezia, il principale negli spazi industriali dell’Arsenale e l’altro nel cuore della città a due passi dal Ponte di Rialto.
Mostra Principale
Nappe Arsenale Nord, Venezia
Vaporetto linea 5.2 fermata Celestia
Coordinate GPS: 45.4383833 - 12.35305 (Street View)
25 Marzo ore 18, Inaugurazione e
Cerimonia di Premiazione (ingresso libero)
26 Marzo - 9 Aprile 2017
Tutti i giorni dalle 10 alle 18
Ingresso gratuito
La mostra principale espone 30 opere di pittura, 30 sculture e installazioni, 30 opere di arte fotografica, 10 video, 10 progetti di arte ambientale, 5 performance che si esibiscono dal vivo durante la serata inaugurale.
Dal comunicato stampa:
Prende vita nel territorio ibleo un'iniziativa di grande prestigio: la mostra interculturale d'arte "Migrantes", a cui la Cattedra di "Dialogo tra le culture" di Ragusa collabora attraverso la sua consulenza scientifica.
Trentanove artisti professionisti, anche giovani talenti; ragazzi coinvolti in diversi centri di accoglienza; dipinti, fotografie, sculture, testimonianze video con canti, poesie e danze: questi i soggetti e le loro produzioni all'interno di un percorso che diventa metafora esistenziale.
"Siamo tutti migranti!", si direbbe affermando la dimensione del viaggio che accomuna tutti gli esseri umani di passaggio sulla terra. Se da un lato, infatti, le migrazioni presentano un risvolto che dice necessità, dramma sociale, conflitto, disuguaglianze, sofferenza, povertà, dall'altro mostrano all'uomo la sua anima profonda: l'essere un pellegrino sulla terra in cerca di una totalità, di una forma di pienezza e di realizzazione. E pongono una serie di domande: chi siamo? In cosa occorre radicarsi? Come costruire nuove forme di cittadinanza nella pluralità di culture?
Ad essere pignoli, sono più di tredici anni che "faccio immagini". Nonostante ciò, considero il 2004 l'anno ufficiale del mio battesimo nel mondo dell'arte. Questo preambolo per dire che TREDICI è il titolo della mia nuova personale, che si inaugurerà il 29 ottobre 2016 alle ore 19:00 presso la galleria Soquadro, in via Napoleone Colajanni 9, a Ragusa. Una mostra incentrata sui provini di stampa, dedicata al piccolo formato, che raccoglierà tredici anni della mia produzione, tra inediti, varianti ed esperimenti.
TREDICI
Dal testo di Anna Terranova
Un percorso in tredici tappe. Siamo abituati a vedere Daniele Cascone nel grande formato, non in così piccole stampe, che in realtà delle grandi sono le ultime prove, i cosiddetti "provini". Daniele Cascone sceglie delle immagini significative, gli ultimi "controlli" prima dell'opera conclusa, e le usa per raccontare una storia, quella della sua produzione, in due fasi: le opere 2004-2008 e quelle 2009-2016, una sorta di indice in attesa che se ne apra un terza. La prova di stampa rappresenta per ogni fotografo la prova del nove, anticipazione in miniatura di come sarà la foto finale quindi, eccetto la dimensione, identica a quella e per nulla incompleta. La mostra espone "provini" – molti dei quali inediti – rivelatori di una nuova scoperta o dell'evoluzione del gusto dell'autore.
Se nelle prime la commistione tra oggetti e corpi sembra rispecchiare quella tra disegno, grafica e fotografia, più si va avanti e più le immagini appaiono distillate, spogliate dell'aspetto decorativo e purificate in un dialogo muto tra corpi, oggetti e spazi. Da dettagli quasi incisi si passa a campiture più ampie, a luci più dirette e contesti più reali che non temono di far trapelare il lavoro in studio ma anzi quasi lo esaltano e lo urlano fieramente. Se all'inizio è la tecnica mista a sovrapporre parti di uccelli o maschere ai personaggi rappresentati, nella seconda fase è l'attenzione alla materia e al corpo umano a far sì che i dettagli come fiori, ali, gabbie, animali, rami, nature morte e oggetti si scollino e prendano possesso di uno spazio tutto loro, a bilanciare la composizione.
Dal movimento alla stasi, dai volti in posizione frontale si passa ai profili se non addirittura alla posizione di spalle. Sempre meno interessa l'espressione facciale, sempre più gli oggetti si fanno massicci e schiacciano l'uomo. Da decorazioni funzionali prendono sempre più importanza e peso, divenendo ormai protagonisti della composizione.
Giorno 14 Ottobre 2016, alle ore 18:30, presso la Galleria del Cembalo a Roma, si inaugurerà la mostra collettiva "In posa. Ambigue verità della messa in scena", in cui sarò presente con quattro lavori realizzati di recente, insieme a molti grossi nomi della fotografia nazionale e internazionale.
In posa
Dai corpi marmorei di Helmut Newton ai fondali dipinti di Malick Sidibé, passando per le figure inquietanti di Joel-Peter Witkin e i volti di Antonio Biasiucci: le immagini "costruite" di venti autori in mostra presso la Galleria del Cembalo dal 15 ottobre 2016 al 21 gennaio 2017.
Un’immagine in posa è per definizione un’immagine costruita, ferma o sorpresa nell’illusione del movimento. Posa, dunque, come "vera finzione". Riflettendo su questo tema cardine dalla fotografia, dalle sue origini a oggi, la mostra presenta le opere di venti autori, diversi per generazione, fama, percorso professionale e artistico.
Come in una grande rappresentazione teatrale, come nel "grande teatro del mondo", ognuno prende la sua posa, veramente falsa, falsamente vera, e recita in un susseguirsi di cambi di scena. Dai fondali dipinti, come nell’Ottocento, di Malick Sidibé e Paolo Ventura alle periferie urbane di Francesco Ricci e alle accademie militari di Paolo Verzone, così fredde e formali, dalle atmosfere intime degli autoritratti di Marina Cavazza e Silvia Camporesi, a quelle surreali di Duane Michals, per ritrovarsi poi nella natura selvatica dove sorgono dalla terra le maschere primordiali di Charles Fréger. Fine del primo atto.
Quando si rialza il sipario, appaiono sulla scena, per illuderci, confonderci o consolarci, i ritratti e le nature morte di Antonio Biasiucci, Paolo Gioli e Nicolò Cecchella. Accanto a loro, i corpi marmorei di Helmut Newton, come statue viventi, poi, cambiando scala, le figurine di carta di Gilbert Garcin, i manichini in uniforme coloniale, ripresi di spalle da Alessandro Imbriaco, quindi un soldato americano in vetroresina sorpreso da Stefano Cerio tra le luci di Gardaland, e ancora i pupazzi in scatola di Alessandro Albert, pronti per essere proposti in uno scaffale.
Ultimo atto e tra i riverberi di una risonanza magnetica al cranio, firmata da Enrico Bossan - in posa per sfidare la malattia - appaiono i corpi mostruosi di Roger Ballen e Joel-Peter Witkin - necrofilia come pensiero in posa - e le figure senza volto, oppresse dal peso della storia, dell’arte, della memoria di Daniele Cascone. Cala il sipario e l’ultimo a lasciare la scena è Oscar Wilde, mentre ci ricorda che "la spontaneità è una posa difficilissima da tenere".